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Nubi sulla partita solidale. Com’è cattivo il derby del cuore

Metà dell’incasso del match di Milano disputato a maggio non è stato devoluto alle associazioni beneficiarie. Cronistoria di un pasticcio da 100mila euro.

di Redazione

A dispetto del nome, il Derby del cuore 2003 è stato ben poco generoso. Solo metà dell?incasso della partita di beneficenza disputata allo stadio Meazza di Milano il 26 maggio scorso è finito nelle casse delle 54 associazioni partner dell?iniziativa: circa 102mila sui 204.856 euro raccolti. Sul resto, il punto interrogativo è d?obbligo. Fino all?anno scorso il meccanismo prevedeva che alle associazioni spettasse in beneficenza una quota pari al controvalore dei biglietti venduti dai loro associati. Quest?anno però qualcosa si è inceppato, come ha notato in un?interrogazione il consigliere comunale di Milano, Basilio Rizzo. Qualche esempio: la Federazione Alzheimer partecipa al Derby del cuore dal 1997, ma nell?ultima edizione, a fronte di 3.085 euro raccolti con la vendita dei biglietti e versati agli organizzatori, ha incassato 1.542 euro. Una mano per la vita, per bocca del suo presidente Piergiorgio Molinari, annuncia “di aver versato agli organizzatori 1.382 euro, ma di aver ricevuto in data 29 luglio un assegno di 691 euro”. Stesso trattamento per la Fondazione Don Gnocchi: 5.660 gli euro versati, 2.830 quelli incassati; per l?Aias: 2.661 euro versati contro 1.330 incassati; per Handicap su la testa: circa 4.800 euro versati e 2.400 incassati e per Vividown, che ha ricevuto solo il 50% dei 10.928 euro raccolti. Peggio ancora è andata ad Arché, che non ha ricevuto nemmeno un euro dei 513 raccolti. Per trovare traccia dell?altra metà dei fondi donati dagli spettatori dell?ottavo Derby del cuore bisogna recarsi nella sede dell?Alisb, un?associazione milanese che, oltre a figurare nell?elenco dei beneficiari, gestisce il borderò biglietti per conto di Unlimited Group, organizzatori dell?evento, che per il Derby 2003 ha incassato dalla Rai 60mila euro di diritti tv (quanto agli spettatori paganti, sono stati 20.158; 31.745, invece, le presenze grazie agli ingressi omaggio). Il presidente di Alisb, Leonardo Magistro spiega così l?inconveniente: “Purtroppo l?ultima è stata un?edizione sfortunata. Abbiamo firmato il contratto con la società che gestisce lo stadio solo un?ora prima del calcio d?inizio. L?alternativa era di buttare tutto all?aria, oppure di accettare le loro condizioni: ci avrebbero concesso il Meazza in cambio della metà degli incassi. Abbiamo detto sì: meglio poco che nulla”. Detto, fatto. Così oltre 102mila euro, destinati alla beneficenza, sono finiti al consorzio San Siro 2000, guidato da Alfonso Cefaliello, per conto del Milan, e da Luciano Cucchia, per l?Inter. Entrambi, contattati da Vita, spiegano che in virtù di un precedente contratto con il Comune, al momento dell?accordo non avrebbero potuto offrire condizioni migliori, anche se adesso annunciano “di essere pronti a restituire le somme ai beneficiari”. Il che equivale a un?ammissione di colpa. In attesa che i buoni propositi diventino realtà, le associazioni non abbassano i toni, anche perché a maggio nessuno le avvertì che la metà dell?incasso era destinato alla copertura delle spese per lo stadio, cosa che nelle altre edizioni non era mai accaduta. La comunicazione degli estremi del contratto avvenne infatti il 16 luglio, come ricorda Molinari e come ammettono Magistro e Cefaliello. Che aggiunge: “Quest?anno abbiamo fatto le cose in fretta, ma abbiamo contribuito alla beneficenza versando di tasca nostra 30mila euro”. Ribatte Giuliana Calbiani, presidente di Vividown: “Sarà, ma chi poteva aspettarsi questa decurtazione? Le persone che noi abbiamo portato allo stadio erano convinte di donare l?intero prezzo del biglietto per la nostra associazione. Fra l?altro, in quel famoso incontro di luglio nessuno ci consegnò alcuna rendicontazione”. Più dura Mirella Savegnago, direttore generale di Arché: “Già prima avevamo perplessità su una manifestazione che si presenta con il marchio della beneficenza, ma poi lascia pochissima visibilità alle associazioni. Quello che è accaduto quest?anno ha però superato i limiti”. Ciliegina sulla torta: nell?elenco dei beneficiari del derby meneghino compare il logo Caritas. Alla Caritas ambrosiana e alla sede nazionale non ne sanno niente. Un?altra svista?

Info: Roma-Lazio

Il 23 dicembre tornano in campo l?Unlimited Group e il suo Derby del cuore. Carlo Verdone e Giacomino Losi dalla panchina della Roma, Christian De Sica e Roberto Mancini da quella della Lazio guideranno infatti i vip di comprovata fede giallorossa e biancoceleste nell?ultima stracittadina dell?anno sul prato dell?Olimpico. In diretta tv su RaiDue a partire dalle 20,30. Derby del cuore

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